I presunti premi ai terroristi
la legge Gozzini
La legge Gozzini, ispirata dalla nostra Costituzione, prevede benefici per i detenuti che mostrino chiari segni di ravvedimento. Varata nel 1986, quasi all'unanimità dal Parlamento, è ancora in vigore ed ogni hanno in base ad essa vengono emessi migliaia di provvedimenti. Quasi tutti i brigatisti del Caso Moro hanno usufruito dei suo beneficici per permessi, semilibertà e libertà condizionale.
La Legge Gozzini inspirata dalla Costituzione
La legislazione speciale che premiava pentiti e dissociati ha influito in maniera minima sui protagonisti della vicenda Moro. Solo Morucci, Faranda, Bonisoli e Azzolini hanno avuto una riduzione di pena in base ad essa. Gli altri brigatisti che hanno fornito una versione univoca del caso Moro, ovvero Moretti, Fiore, Balzerani, Seghetti, Gallinari, Braghetti, Maccari Etro e Algranati, hanno ricevuto benefici soltanto attraverso la legge Gozzini.
La legge cosiddetta Gozzini, dal nome del primo firmatario Mario Gozzini, fu varata nel 1986 dopo una lunga gestazione. Alla sua stesura parteciparono insigni giuristi come Giuliano Vassalli, Marcello Gallo, Raimondo Ricci, Niccolò Amato allora capo delle carceri, Luigi Daga direttore dell’Ufficio Studi del Dipartimento Affari penitenziari, e i rappresentati dell'Associazione Nazionale Magistrati.
La legge ispirata all'articolo 13 della nostra Costituzione che recita, "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato", adeguava la nostra legislazione con le leggi degli altri paesi europei e, puntando al recupero sociale del detenuto, prevedeva in caso di buona condotta, permessi, semilibertà con lavoro esterno e financo la libertà condizionale.
Una legge ordinaria appliccabile a tutti i detenuti
La "Gozzini" è una legge ordinaria quindi applicabile ad ogni detenuto in possesso dei requisiti previsti. La legge pur avendo subito cambiamenti, alcuni anche drastici, è tutt'ora in vigore
Quanti sono i detenuti che hanno usufruito dei benefici dalla sua entrata in vigore? Non esiste una stima complessiva in merito. Ci sono dati relativi in base ai quali si può presuppore che, ad usufruire dei vari benefici previsti dalla legge, siano alcune migliaia di detenuti ogni anno.
Essendo stata varata nel periodo della presunta trattativa si è insinuato che la sua approvazione fosse uno dei frutti del patto tra brigatisti e DC.
A tale proposito bisogna rilevare che la legge fu approvata con il voto quasi unanime di tutto il Parlamento, compreso il voto del PCI tornato all'opposizione. Del resto, Mario Gozzini, il primo firmatario era stato eletto come indipendente nelle liste del PCI.
Effettivamente la maggior parte dei brigatisti del Caso Moro hanno usufruito delle sue norme per permessi e libertà, ma in qualità di semplici detenuti comuni e rispettando i termini di legge. Inoltre i benefici sono stati ottenuti, a parte pochi casi, a partire dal 1993, periodo in cui finiva l'era democristiana.
Il fatto che si continui ad affermare che una legge, che interessa ancor oggi un numero cosi grande di detenuti, sia stata fatta per comprare il silenzio di una decina di brigatisti 40 anni fa crediamo si commenti da solo.
La legge e i suoi gradi di giudizio
Un altro tema ventilato dai fautori della teoria del patto riguarda la concessione dei benefici. Anche se non chiaramente si adombra alla figura di una "longa manus" capace di erogare benefici, a seconda dei comportamenti compiacenti dei brigatisti, senza nessun tipo di controllo.
Ciò non è vero. Esiste una parte della Magistratura, detta di Sorveglianza, che si occupa solamente dei detenuti e tra i suoi compiti c'è anche la concessione o meno dei benefici della legge Gozzini. Come in ogni provvedimento giudiziario anche i benefici della Gozzini sono sottoposti a tre gradi di giudizio,
La decisione in primo grado, su istanza del detenuto, viene presa dal giudice di sorveglianza , sentiti il direttore del carcere e gli operatori carcerari. Alla decisione può fare appello sia il detenuto sia la Procura.
L'appello viene esaminato dal tribunale di sorveglianza composto da 4 membri, due sono magistrati ordinari destinati a svolgere in via esclusiva queste funzioni; due sono esperti in psicologia, servizi sociali, pedagogia, psichiatria e criminologia clinica, nonché docenti di scienze criminalistiche.
C'è infine un ultimo grado di giudizio cioè la Cassazione. Pertanto in ogni singola decisione sono coinvolte decine di persone con decisioni, come vedremo anche molto contrastanti fra loro.
Tutti i provvedimenti nei confronti dei brigatisti, come di ogni altro detenuto hanno seguito questo iter giudiziario
Ora pensare che ci sia un "super potere" che, in nome di un patto segreto, possa condizionare la scelta di decine di Magistrati, operatori carcerari, esperti in varie discipline, crediamo sia decisamente più attinente ad un romanzo di "spy story" che alla realtà.
Dopo aver illustrato le leggi che hanno regolato il percorso giudiziario dei brigatisti passiamo ad esaminare i singoli casi facendo riferimento agli esempi di presunti benefici ottenuti dai brigatisti.