La preveggenza del dott. Spinella
A che ora è arrivata in Via Fani l'Alfasud beige del dott. Spinella?
Esistono veramente i testimoni che dicono di aver visto l'auto pochi momenti dopo l'agguato brigatista e cosa dice l'autista del capo della Digos?
L'ennesimo, fasullo, fantasma di Via Fani.
Un fantasma malandato
Tra le ultime apparizioni dei fantasmi che aleggiano sull’azione delle b.r in via Fani, c’è quello della “preveggenza” del capo della Digos di Roma Domenico Spinella.
Secondo la vulgata dietrologica Spinella sapeva dell’azione brigatista ancor prima che questa avvenisse tanto da partire dalla Questura centrale, “direzione Trionfale”, ben prima delle 9, ora dell’attacco brigatista.
Vediamo di cosa si tratta:
Un’Alfa sud sfreccia per le vie di Roma. Sta raggiungendo a tutta velocità via Fani. Alla guida Emidio Biancone, al suo fianco il capo della Digos, Domenico Spinella, che gli ordina di dare gas. Ha fretta, molta fretta. Mancano 20 minuti alle 9, al rapimento dell’onorevole Aldo Moro e alla strage della scorta. Eppure il capo della polizia politica sta già correndo su quella che sarà la scena dell’eccidio. Come è possibile? Claudio Geymonat, Omicidio Moro, 38 anni fa e molte cose ancora non tornano, Antimafia.com, 16/05/2016
Come è classico nella prassi dietrologica si parla di fatti accaduti a persone ormai scomparse che quindi non possono portare il loro contributo. Domenico Spinella è infatti deceduto da alcuni anni.
Ci si affida poi a testimonianze più o meno fasulle e ricordi sbiaditi dal passare del tempo. Ci si limita, infine, ad enfatizzare presunte incongruenze senza nessuna ipotesi sul motivo ed il senso di quanto si sostiene accaduto.
Concentrare l’attenzione su un fantasma così malandato potrebbe sembrare addirittura una perdita di tempo. Se analizziamo, invece, in particolare la vicenda del dottor Spinella è perché ci sembra una storia esemplare di come si costruisce un fantasma oltre ad essere un chiaro esempio sul comportamento della seconda commissione Moro.
L'Alfasud del commissario morto
La vicenda prende spunto da una citazione presente nel libro di Carlo D’Adamo “Chi ha ucciso l’agente Iozzino.”
D’Adamo scrive:
(…) quell’Alfasud targata Roma S88162 collega direttamente la scena del crimine con le stanze del potere oscuro, in cui Cossiga e i suoi amici avevano accentrato tutta la gestione del caso, e per questo viene cancellata subito dalle indagini. In nessuno dei verbali mostrati alle Commissioni parlamentari c’è traccia dell’intervento di questa auto civetta del Ministero degli Interni, che non esiste ma c’è. Carlo D’ Adamo, Chi ha ammazzato l’agente Iozzino: Lo stato in Via Fani, (Bologna, Pendragon, 2014), pag. 63
La nuova commissione di inchiesta parlamentare sul caso Moro, alla ricerca spasmodica di” verità alternative”, considera musica per le proprie orecchie le molte affermazioni di D’Adamo sul coinvolgimento dello Stato in Via Fani, ed affida alla polizia indagini in merito
Gli accertamenti dimostrano che i rilievi fatti da D’Adamo sono quasi sempre privi di qualsiasi fondamento. Per un’analisi più approfondita vedi Gladiatori e Repubblichini.
Anche nel caso dell’Alfasud ci vuole poco alle forze dell’ordine per appurare che la fantomatica auto civetta non è altro che:
un'autovettura della polizia con colori civili, in dotazione all'epoca dei fatti alla DIGOS della questura di Roma. CPM2, seduta del 08/07/2015, Pag.13
Alla Commissione non basta il rapporto della polizia che chiarisce l'identità dell'Alfasud, come non basta il verbale redatto dallo stesso Spinella in una relazione del 22 Febbraio 1979, relativa a notizi apparse sulla stampa relative ad un colloquio tra il Capo della Polizia Parlato e Aldo Moro in cui in quest'ultimo avrebbe palesato dei timori sulla propria vita, in cui il capo della Digos afferma:
"com’è noto alla S.V., la mattina del 16, mentre ero nel Suo Ufficio [del Questore De Francesco] apprendemmo la notizia dell’agguato di via Fani, per cui ci recammo immediatamente sul posto e non ebbi, quindi, la possibilità di provvedere al servizi""
La testimonianza di Emidio Biancone
La commissione decide di continuare le indagini sull'Alfasud. Il funzionario incaricato delle indagini, Dottor Giannini, riesce a contattare anche l ’autista che guidava la macchina il 16 marzo. Si tratta di Emidio Biancone un poliziotto in pensione dal 2000.
Interrogato una prima volta il 24 aprile 2015, Biancone afferma:
Il 16 marzo 1978 svolgevo funzioni di autista del dr. SPINELLA, all’epoca Dirigente della Digos di Roma e per questa ragione l’ho accompagnato in via Fani, una volta avuta notizia dell’eccidio, usando una autovettura Alfasud colore giallo chiaro, assegnata alla Digos (...) La notizia della strage credo sia stata comunicata al dr. SPINELLA dalla sala operativa della Questura. Appresa la notizia, siamo partiti dalla Questura. (…) Quando siamo arrivati, sul posto era presente solo una volante con colori di istituto, in sosta nei pressi dell’incrocio tra via Fani e via Stresa Verbale del 24/04/2015
Le dichiarazioni di Biancone, non collimano con quanto apparso in alcune inchieste giornalistiche (di cui parleremo in seguito) pertanto la Commissione chiede alla polizia di ascoltare nuovamente il teste.
Biancone viene quindi interrogato altre due volte e nel terzo interrogatorio, l’11 novembre 2015, nella sua testimonianza c'è un cambiamento:
La nostra partenza dalla Questura è avvenuta certamente dopo le 8.30.
Da notare che la differenza rispetto alle precedenti deposizioni è minima in quanto Biancone non indica un orario di partenza ma si limita ad affermare che essa è avvenuta dopo le 8:30.
Basta questa piccola differenza perchè i commissari decidano di ascoltare direttamente Biancone e l’audizione è fissata per il 6 aprile 2016.
L'anticipazione del Fatto Quotidiano
Ancor prima dell’audizione, il 16 febbraio, sul Fatto Quotidiano a firma di Stefania Limiti, esce un articolo sull’argomento.
16 marzo 1978, ore 9.02. Il centralino della Questura di Roma dà l’allarme: “Agguato in via Fani, rapito Moro, ammazzati gli uomini della sua scorta”. Ma in quel momento il capo della Digos della capitale, Domenico Spinella, è già sull’Alfasud targata S88162 che lo porta a tutta velocità nel luogo dell’agguato. E’ andata davvero così? E chi lo avvisò? (…) L’ipotesi assai consistente è che Spinella – nel frattempo deceduto – si sia precipitato sul luogo della strage perché aveva appreso che stava per scattare l’azione. Stefania Limiti Il fatto quotidiano on line 17/02/2016.
L’articolo è probabilmente frutto di un colloquio della Limiti con componenti della commissione. Del resto l’autrice cita espressamente due membri:
“Insisto perché questa storia sia chiarita, chiedo l’audizione di Biancone, che venga a dire come andarono le cose”, ha detto il senatore Federico Fornaro seguito dal collega Gero Grassi: Ibid
Tra l’altro, come vedremo a breve, proprio Fornaro e Grassi avranno un ruolo rilevante nell’audizione di Biancone.
Inoltre bisogna rilevare che all’epoca i verbali di Biancone erano riservati e quindi non pubblicabili e le informazioni dell’articolo devono necessariamente essere state fornite da esponenti della commissione.
Quindi ancor prima di sentire Biancone, probabilmente, alcuni commissari si stanno formando un’idea precisa: l’Alfasud di Spinella e Biancone è partita “direzione Trionfale” molto prima dell’agguato terrorista.
L'audizione di Biancone
E veniamo all’audizione di Biancone del 6 aprile.
EMIDIO BIANCONE Arrivai in Questura alle 8.15-8.20, più o meno. Di solito lasciavo il dottor Spinella fuori dalla Questura; lui si recava al bar a prendere il caffè, io intanto entravo. Il dottor Spinella entrava dopo le 8.25-8.30, il tempo di andare a prendere un caffè e poi veniva in ufficio.
PRESIDENTE. Quella mattina, quando dice «dopo le 8.30», riesce a ricordare se fossero, ad esempio, le 8.35 o le 8.37?
EMIDIO BIANCONE. Di preciso non posso ricordarlo, ma sicuramente dopo le 8.40-8.45, più o meno.
PRESIDENTE. Lo deduce dalle abitudini, non dal ricordo suo.
EMIDIO BIANCONE. Dalle abitudini, perché si arrivava in Questura alle 8-8.15, a seconda del traffico che c'era. Poi Spinella andava a prendere il caffè e io intanto entravo e parcheggiavo. CPM2, Audizione del 6/4/2016, pag 8
EMIDIO BIANCONE. ad un certo punto, da una finestra della DIGOS che affacciava sul cortile, il collega Enrico Correale – che era segretario di Spinella – mi chiamò a gran voce, urlandomi di fare in fretta e prendere l'autovettura di servizio, poiché stava scendendo il dirigente. Intuii subito che doveva essere successo qualche cosa di serio, perché percepii grande concitazione (…) Ricordo che il dottor Spinella, appena entrato in macchina, mi ha detto di dirigermi verso via Trionfale.CPM2, Audizione del 06/4//2015, pag 5
Biancone, non ricorda l’ora precisa della partenza dell’Alfasud dalla Questura, (la cosa ci pare abbastanza normale, non è che in momenti così concitati si guardi l’orologio) ha però sempre ribadito che l’orario si possa collocare intorno alle 9.
Malgrado gli sforzi del presidente e dei commissari, il teste, non fornisce un orario preciso e soprattutto non anticipa la partenza. L’atteggiamento di Biancone sembra non piacere. A questo punto all'audizione viene impressa una svolta.
I testimoni che non esistono
FEDERICO FORNARO. Qui c’è un punto. Facciamo il percorso all’inverso: testimoni dicono di aver visto arrivare la sua auto nell’immediatezza, pochi minuti dopo, se non addirittura – dicono alcuni – con l’ultima auto dei brigatisti che va via.CPM2, Audizione del 06/4//2015, pag 9
Fornaro afferma con convinzione che esistono testimoni che hanno visto arrivare l’Alfasud in via Fani nell’imminenza dell’agguato. Il senatore però non fa nomi.
Ora davanti ad affermazioni di questo tipo chi vuole fare una ricerca seria, basata su fatti e non su parole, è sicuramente in difficoltà. Verificare se questi testimoni esistano davvero risulta complicato. Pur ricontrollando le testimonianze agli atti, data la quantità di documentazione esistente, si resta sempre con il dubbio che possa essere sfuggito qualcosa.
Fortunatamente, Fornaro, questa volta, cita le sue fonti. Non lo fa, però, durante l’audizione di Biancone, ma in un’audizione precedente in cui si parla della “famosa” Alfasud.
Fornaro: In particolare, con riferimento all'Alfasud, come dicevo, D'Adamo non è il primo che cita l'Alfasud. La citano anche Bianco e Castronuovo nel libro Via Fani ore 9.02, anno di pubblicazione 2010, in cui c’è un aspetto un po’ difforme anche dalle dichiarazioni. I testimoni che vengono citati da Bianco e Castronuovo riportano, infatti, un arrivo dell’Alfasud, se non proprio qualche istante dopo, qualche minuto dopo, prima dell’arrivo della volante (…) Questa mi sembra una divergenza piuttosto significativa tra l’escussione del teste e quello che rileverebbero i testimoni.CPM2, Audizione del 10/6/2015, pag 27
Il teste le cui dichiarazioni differiscono da quelle dei testimoni di Bianco e Castronuovo è Laura Tinsona funzionario di polizia che ha curato le indagini sull’Alfasud e che poco prima aveva affermato:
Dall'esame delle testimonianze dell'epoca e di quelle rilasciate da Biancone si evince che la prima auto della polizia ad arrivare sul posto è la volante del commissariato Montemario, in servizio a via Bitossi, con a bordo le due guardie Nunzio Sapuppo e Marco Di Bernardino. Appare quindi in contrasto il fatto che l'Alfasud beige arrivi in via Fani sulla scena del crimine pochi secondi dopo la strage, prima che le chiamate telefoniche di cittadini si traducano in ordini operativi. CPM2, Audizione del 10/6/2015, pag 14
Vediamo, allora, quali sono i nomi e cosa dicono i testimoni nei libri citati da Fornaro
I libri citati da Fornaro che parlano dell'Alfasud
.Il libro “Via Fani ore 9.02” di Bianco e Castronuovo ha un sottotitolo che lascia ben sperare, infatti recita: “34 testimoni oculari raccontano l’agguato ad Aldo Moro”. Nel testo sono riepilogati, con tanto di nomi ed ora, i racconti dei testimoni oculari di via Fani. All’Alfasud gli autori dedicano un intero capitolo. Ebbene in tutto lo scritto l’unico rifermento ai testimoni che hanno visto la macchina è il seguente:
(…) sono in tre forse quattro a uscire dall’Alfasud e qualcuno tra i testimoni oculari ha addirittura affermato di aver visto uno di loro brandire una paletta di quelle che le forze dell’ordine usano. Romano Bianco, Manlio Castronuovo, Via Fani ore 9.02 (Roma, Nutrimenti, 2010)
Come si vede non c’è traccia di nomi, anzi, molto correttamente, ad evidenziare la differenza, con le pagine che riepilogano le testimonianze ufficiali, la parte dedicata all’Alfasud è scritta con un carattere diverso, corsivo, ad indicare che è uno scritto autonomo degli autori e non basato su atti ufficiali.
Per completezza vediamo anche all’altro libro citato da Fornaro: "Chi ha ucciso l’agente Iozzino" di Carlo D’Adamo. Anche qui l’unico riferimento ai testimoni è:
Secondo alcuni testimoni dall’Alfasud scenderebbero agenti in borghese D’Adamo, Chi ha ammazzato l’agente…., cit, pag. 60
Quindi altro che testimoni, qui siamo davanti soltanto alle chiacchiere e supposizioni di chi ricostruisce a modo suo i fatti partendo dalla solita logica dietrologica!
Ed è stupefacente come un membro di una commissione parlamentare che dovrebbe accertare la verità preferisca il nulla ai risultati della indagini svolte dalle forze dell’ordine.
«Biancone... ci ripensi»
Dopo questa lunga, ma necessaria digressione, torniamo all’audizione di Biancone, ripartendo dall’asserzione di Fornaro che a questo punto possiamo definire priva di qualsiasi fondamento.
FEDERICO FORNARO. Qui c’è un punto. Facciamo il percorso all'inverso: testimoni dicono di aver visto arrivare la sua auto nell'immediatezza, pochi minuti dopo, se non addirittura – dicono alcuni – con l'ultima auto dei brigatisti che va via. Diciamo che questo può non essere possibile, ma stiamo parlando al più tardi di un orario compreso tra le 9.10 e le 9.15. Per arrivare alle 9.10 in via Fani, facendo il giro che ha fatto lei, deve essere sicuramente partito prima delle 9. Su questo siamo d'accordo?
EMIDIO BIANCONE. Sì, senz'altro.
FEDERICO FORNARO. Diciamo che, quindi, è possibile ipotizzare una sua partenza tra le 8.30 e le 8.45.
EMIDIO BIANCONE. Sì,… può darsi.
FEDERICO FORNARO. Sicuramente – e questo mi sembra un dato acclarato...
EMIDIO BIANCONE. Sicuramente,,,? [il teste viene interrotto da Fornaro]
FEDERICO FORNARO. Mi perdoni, perché a questo punto siamo a cercare di ricostruire un puzzle mettendo insieme anche altri elementi, oltre alla sua memoria. Lei ci aiuti, però, altrimenti andiamo tutti in difficoltà. Mi pare, a questo punto, che possiamo dire che il dottor Spinella parte dalla Questura sicuramente prima delle 9.03. Questo ce lo può confermare?
EMIDIO BIANCONE. Sicuramente sì. Intorno alle 9. CPM2, Audizione del 6/4/2016, pag 9
Quindi Fornaro, partendo da una affermazione non vera, arriva a stabilire la partenza «tra le 8.30 e le 8.45». Biancone che non ricorda l’orario di partenza è molto meno sicuro del senatore. «Sì,… può darsi». Fornaro, però, non accetta dubbi «Sicuramente – e questo mi sembra un dato acclarato...»
Incredibile! Acclarato da cosa? Dai pettegolezzi di un libro uscito 10 anni prima e che non ha mai avuto nessun riscontro?
Anche Biancone rimane sconcertato e non può fare a meno di esclamare un interrogativo «Sicuramente ?...» Ma Fornaro è intransigente, interrompe il teste, «…possiamo dire che il dottor Spinella parte dalla Questura sicuramente prima delle 9.03. Questo ce lo può confermare?» la risposta di Biancone è in qualche modo comica, messo alle strette concede… tre minuti «Sicuramente sì. Intorno alle 9.»
L'Alfasud gialla del capo della Digos Spinella parcheggiata in via Fani
Ma Gero Grassi, che abbiamo visto insieme a Fornaro, probabile ispiratore dell’articolo della Limiti, sembra non ascoltare il teste e fornisce addirittura l’orario preciso sia dell'arrivo che della partenza dell’Alfasud.
GERO GRASSI. Poiché abbiamo degli arrivi successivi al suo datati, come orario, in base a questo, il suo arrivo dovrebbe essere alle 9.07-9.08..(…) Quindi, alle 8.36-8.37 lei sarà partito. CPM2, Audizione del 6/4/2016, pag 15.
Emidio Biancone, come abbiamo visto, non ricorda l’orario esatto della partenza, alcune cose, però, sono ben impresse nella sua memoria, come per esempio il fatto di aver sentito la centrale operativa dare disposizioni sull’azione di via Fani poco dopo essere partito dalla Questura. Particolare ribadito in tutti gli interrogatori.
FABIO LAVAGNO. Lei ci dice con una discreta certezza che la notizia attraverso la radio dell'eccidio di via Fani, o comunque di via Fani in generale, l'ha avuta all'altezza della sede dei Vigili del fuoco o comunque prima del traforo. Posso chiederle, visto che mi rendo conto che è difficile da ricordare dopo tanti anni e molte lacune ci sono nella sua memoria, come fa a essere così certo che fosse prima del traforo? Non è plausibile che potesse essere avvenuto dopo, a piazza Venezia, o in un altro punto?
EMIDIO BIANCONE. Io l'ho detto nel senso che, si esce dalla Questura e poi c’è pure «via Fani» durante il tragitto; poteva essere prima o dopo.
FABIO LAVAGNO. No, cambia abbastanza sapere se è certo che fosse proprio all'inizio,
EMIDIO BIANCONE. Era all'inizio del percorso. Diciamo che era all'inizio del percorso. CPM2, Audizione del 6/4/2016, pag 22.
Ora affermare che la comunicazione della centrale arrivino solo pochi minuti dopo l’uscita dalla Questura è un riferimento temporale ben preciso che colloca la partenza dell’auto intorno alle ore 9 e smonta la verità alternativa dell’arrivo anticipato in via Fani dell’Alfasud.
All’onorevole Grassi non rimane che tentare di far cambiare idea al teste
GERO GRASSI. Signor Biancone, mi ascolti. Capisco che la memoria può essere... Dopo tanti anni è umano. Lei, però, capisca me: o sbaglia la partenza, o sbaglia l'arrivo (…) Il problema è che uno dei due dati, suoi, di Emidio Biancone, è sbagliato. La conseguenza è che, se uno di quei dati è sbagliato, e lei sa come me che è sbagliato – se è partito alle 8.30 non ci troviamo con i Vigili del fuoco e non ci troviamo con l'arrivo alle 9.10 – tutto quello che è avvenuto tra la presunta partenza delle 8.30 e il presunto arrivo delle 9.07-9.08 salta nella storia. Salta (…) la sua credibilità, perché lei non può sostenere tutto e il contrario di tutto. Uno dei due dati lo deve correggere. Per carità, uno si può sbagliare, lo capisco. Lei, però, ha la possibilità di rivedere il film e di correggere uno dei due dati, perché i due non reggono. CPM2, Audizione del 6/4/2016, pag 16. (La sottolineatura è nostra)
Chiaramente Grassi non è minimamente sfiorato dall’idea che l’errore sia nella sua ricostruzione dei fatti! Comunque, malgrado i tentativi dell’onorevole, Biancone non cambia idea.
C’è anche un altro particolare che aiuta a collocare nel tempo l’arrivo dell’auto di Spinella in via Fani.
FEDERICO FORNARO. (…) Sto parlando – le chiedo se ci aiuta, perché è fondamentale per ricostruire le tempistiche – dell'arrivo dei soccorsi. L'ambulanza non è una macchina come un'altra.
EMIDIO BIANCONE. Sì, ho capito. Non ricordo quando è arrivata o se fosse già là.
FEDERICO FORNARO (…). Non è possibile che lei non ricordi l'arrivo dell'autoambulanza. Non sta arrivando una macchina qualsiasi, sta arrivando l'autoambulanza, che prende un ferito e lo porta via.
EMIDIO BIANCONE. Sicuramente sarà arrivata questa autombulanza, ma non ricordo...
CPM2, Audizione del 6/4/2016, pag 11
Anche Grassi torna sull’argomento e questa volta la risposta di Biancone è definitiva.
GERO GRASSI: in base ai suoi tempi, Zizzi era vivo; Zizzi fu preso dall'ambulanza e portato dove morì.
EMIDIO BIANCONE. Sì, l'autoambulanza aveva preso Zizzi. Questo lo ricordo, perché si parlava di un altro collega in fin di vita. Non ho visto l'ambulanza. (…) . Mi ricordo che si diceva che un collega era rimasto ferito. (…) Me lo ricordo perché si attendeva l'esito del collega per sapere se fosse morto o no. Adesso me lo ricordo. L'ambulanza aveva già preso il collega e l'aveva portato via.
PRESIDENTE. Biancone non ha visto l'ambulanza. Si parlava di sapere come stava il collega che non c'era più.
GERO GRASSI. Presidente, sempre per dirci tutto, questa dichiarazione dilata ancora di più il tempo dal punto di partenza al punto di arrivo.
CPM2 Audizione del 6/4/2016, pag 16
Al termine dell’audizione di uno dei pochi testimoni ancora in vita si possono fissare alcuni punti certi.
Biancone non è in grado di ricordare il momento della partenza dell’Alfasud che comunque colloca intorno alle 9. Però ha due ricordi precisi che ribadisce con forza.
L’ascolto, dopo poche centinaia di metri dalla partenza, della centrale operativa che dà le prime notizie sull’azione di via Fani. L’arrivo in via Fani dopo che l’autombulanza ha prelevato l’unico componente della scorta ancora vivo Francesco Zizzi.
Abbiamo quindi due riferimenti temporali oggettivi che possono dare un orario approssimativo ma abbastanza certo. L’ascolto della centrale, colloca la partenza intorno alle ore 9, l’arrivo in via Fani dopo la ripartenza dell’autombulanza di Zizzi indica un arrivo dopo le 9:20 – 9:25. Orari assolutamente compatibili con i tempi di percorrenza del tragitto.
A confermare la versione è anche Enrico Correale (1) segretario di Spinella ai tempi del rapimento Moro. Ora, a meno di pensare che i due testi mentano, e non se ne capisce proprio il motivo, abbiamo persone direttamente coinvolte nei fatti. Biancone, in particolare fornisce una versione, per quanto lo può essere dopo 38 anni, precisa è coerente. A fronte di nessuna prova, nessun nome di testimone: solo chiacchiere.
Credo quindi che, guardando con un minimo di obbiettività i fatti, si possa, tranquillamente affermare che il commissario Domenico Spinella non era dotato di nessuna “preveggenza” e partì dalla Questura appena appreso che “qualcosa” era accaduto nella zona Trionfale
La dietrologia, però, è dura a morire è così lo stesso onorevole Grassi, che davanti alle risposte di Biancone aveva pronunciato, sconsolato: «questa dichiarazione dilata ancora di più il tempo dal punto di partenza al punto di arrivo.» non tenendo affatto conto di quanto detto da Biancone, all’uscita dalla seduta della commissione dichiara alla stampa:
La testimonianza che abbiamo ascoltato oggi mette un punto fermo nelle prime ricostruzioni della dinamica di via Fani: la Digos arrivò troppo presto sul luogo dell'eccidio, sapevano che stava per accadere qualcosa". Lo ha detto il deputato del Pd Gero Grassi, componente della Commissione d'inchiesta sul Caso Moro, dopo l'audizione svolta oggi di Emilio Biancone, l'allora autista del Capo della Digos Spinella. "Biancone - spiega Grassi - ha confermato di essersi messo alla guida dell'Alfa sud insieme a Spinella e ad un altro funzionario intorno alle 8,45: con circa quindici minuti di anticipo rispetto ai fatti, partirono dunque dalla sede centrale della Questura diretti 'in zona Trionfale', così gli disse Spinella. Ansa 6/4/2016.
L’ennesimo, fasullo, fantasma è pronto ad aleggiare sul “Caso Moro”.
Note:
(1) La nuova commissione di Inchiesta sul caso Moro, nella seduta del 9/6/2016, ha ascoltato Enrico Correale agente di P.S. assegnato al il dott. Spinella, che ha dichiarato di essere arrivato in Via Fani in compagnia di Biancone e Spinella. Secondo la sua testimonianza «è giunta una telefonata direttamente dalla Sala Operativa della Questura sul “citofono” del dr. Spinella. Si trattava di una linea interna che collegava l’ufficio del Dirigente della Digos con la Sala Operativa. Il dr. Spinella prese direttamente la telefonata. Subito dopo lo stesso dr. Spinella mi pare ricordare disse che vi era un sequestro di persona in atto e che bisognava uscire immediatamente» Riguardo al momento dell’arrivo in Via Fani secondo Correlae «sul posto erano già sicuramente presenti mezzi della Polizia, ma non sono in grado di indicare il numero».
Bisogna comunque notare alcune differenze tra le deposizioni di Biancone e Correale. Biancone, per esempio, non ricorda la presenza di Correale in auto e Correale non ricorda se l’autista dell’auto fosse Biancone od un altro collega. Per questo particolare membri della commissione hanno ipotizzato che Correale sia giunto in Via Fani con un auto diversa da quella di Spinella.