Commissione Antimafia - XVIII legislatura
L'audizione di Franco Bonisoli
Franco Bonisoli, uno dei protagonisti dell'azione di via Fani, dopo tanti anni ha accettato di tornare a parlare della vicenda Moro. L'audizione, di cui al momento non si ha lo stenografico, è stata giudicata dai Commissiari antimafia, alquanto deludente. Le diverse considerazioni su persone che hanno avuto lo stesso percorso di pentimento.
Alla figura del brigatista che spara con L'Fna 49 colpi, da molti indicato in Franco Bonisoli, AnniAffollati ha già dedicato due articoli "Il brigatista dal grilletto facile" e "I 49 colpi dell'Fna"a cui si rimanda per approfondimenti. In questa sede ci limiteremo ad esaminare quanto esposto dalla relazione della Commissione Antimafia.
Come abbiamo più volte detto, per i commissari in via Fani c'era un quinto sparatore che intervenne nel momento della difficoltà ed uccise l'agente Iozzino.
Ciò è in contrasto con quanto affermato da Morucci e Moretti che indicano in Franco Bonisoli colui che spara a Iozzino.
Mario Moretti afferma che Bonisoli, dopo l'inceppamento del mitra, uccise Iozzino con la pistola, confermando la versione fornita da Valerio Morucci nel suo memoriale.
Oggi sappiamo che queste versioni non sono vere. Le perizie hanno accertato che, ad uccidere Iozzino, non è stata una pistola ma il mitra dei 49 colpi.
La relazione su questo punto è categorica:
Valerio Morucci prima e Mario Moretti poi hanno volontariamente diffuso una versione falsa in merito all’uccisione dell’agente Raffaele Iozzino. Rileva dunque domandarsi perché i due capi brigatisti « falsifichino », in sintonia tra loro, il comportamento di Bonisoli, e perché vogliano far credere che Bonisoli abbia ucciso Iozzino con la sua pistola calibro 7.65. Relazione pag 21.
Bisognerebbe, però, porsi anche un altra domanda: perché, se Bonisoli non ha ucciso Iozzino, si lascia incolpare di un fatto che non ha commesso?
Sulla versione di Morucci e Moretti chiaramente si possono avere opinioni diverse. Bisogna però notare che Moretti non assiste direttamente all'azione perché è all'interno della 128 che blocca il convoglio, quindi l'azione qualcuno deve avergliela raccontata.
Anche Morucci a quello che dice nel memoriale non ha visto o non ricorda il particolare. La frase originale presente sul memoriale è la seguente:
A seguito di alcune risultanze dei rilievi effettuati in via Fani bisogna aggiungere che molto probabilmente il bierre 8 cioè Bonisoli che era l'ultimo verso l'alto dei quattro avieri dopo 'inceppamento del suo mitra ha sparato con la sua pistola contro 'agente Iozzino aiutato in questo forse anche da Gallinari. Memoriale pag 31
Come si vede Morucci non racconta quello che ha visto, la sua è solo una deduzione in base ai rilievi scientifici. Chissa perchè la frase "A seguito di alcune risultanze dei rilievi effettuati in via Fani...", che chiarisce la natura dell'affermazione di Morucci, scompare dalle citazione della Commisione
Comunque, per la Commissione non ci sono dubbi.
Valerio Morucci prima e Mario Moretti poi hanno volontariamente diffuso una versione falsa in merito all’uccisione dell’agente Raffaele Iozzino. Rileva dunque domandarsi perché i due capi brigatisti « falsifichino », in sintonia tra loro, il comportamento di Bonisoli, e perché vogliano far credere che Bonisoli abbia ucciso Iozzino con la sua pistola calibro 7.65. Relazione pag 21
A nostro parere è lecito però porsi anche un'altra domanda: perché se Bonisoli non ha ucciso Iozzino si lascia incolpare di un fatto che non ha commesso?
Il 4 febbraio 2022 Franco Bonisoli viene ascoltato dalla Commissione Antimafia. Purtroppo, ad oggi, il testo dell'audizione non è stato pubblicato, pertanto ci dobbiamo basare su quanto presente nella relazione.
In premessa si accenna al percorso effettuato da Bonisoli negli anni:
Da tempo, Bonisoli ha finito di scontare la pena e nel panorama degli ex terroristi si colloca come una persona del tutto « recuperata » e lontana dall’ideologia di quegli anni. Partecipa infatti, come risulta dalle iniziative visibili nelle fonti aperte e come egli stesso ha riferito, a incontri con giovani sulle tematiche della reintegrazione nella società civile, del rifiuto della violenza e del perdono e ha avuto un dialogo e uno stretto rapporto con Agnese Moro, Vittorio Bachelet e i familiari di altre vittime. Relazione pag. 38
Per una testimone che ha un percorso del tutto simile a quello di Bonisoli la Commissione afferma:
Può escludersi che quanto riferito da Fulvia Miglietta non corrisponda al vero. [...]Questo alla luce della successiva sua profonda crisi di carattere morale e religioso che, di per sé, appare incompatibile con ricostruzioni artefatte.
Evidentemente anche nei pentimenti ci sono persone di serie a e persone di serie b, ed infatti, più che riportare le sue dichiarazioni, la Commissione continua ad esprimere tutta una serie di giudizi negativi su quanto testimoniato da Bonisoli.."
l’esito dell’audizione è stato alquanto deludente, senza voler con questo esprimere alcun giudizio sulla persona sentita e sul suo percorso personale.
Bonisoli, infatti, nello sviluppo dell’audizione, a fronte delle domande sui diversi eventi e circa i singoli momenti di quel 16 marzo, ha svolto quasi sempre affermazioni nebulose ed evanescenti, fornendo precisazioni relative ad alcuni particolari che sono state modificate o ritirate nel corso di successive risposte. Relazione pag .38
Deludente per chi? Forse per una Commissione che cercava soltanto conferme alle sue tesi?
Ed infatti si termina con l'invito finale:
a fornire, non certo in sede giudiziaria ma comunque in una sede pubblica rivolta alla ricerca della verità, una versione più completa e credibile di quanto accaduto a via Fani e del suo contributo all’aggressione al corteo di auto su cui viaggiava il presidente Moro. Relazione pag. 41